20220720

#2020

I messaggi vocali rappresentano, da parte di chi li manda, la pretesa di non aver tempo per scrivere ma la presunzione chi li riceva abbia invece il tempo per ascoltarli.

#2019

Vogliono rovistare nel ventre degli squali morti sul ponte del peschereccio entrando completamente nude nel loro corpo. Ma sono morti per davvero?
Meglio rompergli prima i denti con le enormi tronchesi di bordo, dopo di che le ragazze scivolano completamente nude nel corpo dei pesci, i corpi pesanti e ancora umidi e ormai indifesi, alla ricerca di qualche indizio.
Prima di andare via tornano poi a essere i miei fedeli cani da riporto, il pelo bagnato, il solito sguardo fiducioso di attesa.

#2018

I gradini sembrano sempre fatti per sedersi più che per salire o scendere.

#2017

I ricordi arrivarono all'improvviso e tutti assieme, uno dopo l'altro.
Era una bambina e scriveva su un muro con un pennarello rosso, parole, no, numeri, formule e diagrammi all'apparenza strampalati. Strappava pagine dai libri della biblioteca dei genitori. Faceva dispetti alla madre, operazioni di sabotaggio perfettamente ordite e di cui poi non si ricordava. Così come non sapeva il significato di numeri e parole, che fossero scritte sui muri o nelle pagine di un libro.
Tutto quello che aveva fatto per minare la pace familiare era stato per colpa di quella cosa dietro—o dentro—al muro. Era lei che le chiedeva di farlo. Non che la costringesse... la guidava, come una maestra, come qualcuno che voglia ottenere dei risultati.
E ora era di nuovo lì, nella vecchia casa di famiglia, dietro—o dentro—al solito muro le cui scritte erano state coperte con la carta da parati. E le diceva di entrare. In quella dimensione sarebbe stata bene, se ne poteva già assaggiare un pezzettino, un vuoto come stellare, una notte cosmica piena di astri luminescenti e di... quella cosa. Le cui richieste ora lei si rifiutava di esaudire.
Male, molto male: se avesse accettato di seguirla non solo avrebbe partecipato di un mondo migliore, anche se (o proprio perché) privo di concretezza, ma il resto della sua gente non ne avrebbe patito in alcun modo. Ora invece la cosa dietro—o dentro—al muro, che attraverso il contatto con lei si era finalmente impregnata degli elementi necessari al passaggio, si vedeva costretta ad attraversare il muro, ad attraversare i mondi, e a sostanziarsi da questa parte dell'universo. Era lei, l'enorme zecca viscida e pelosa che stava venendo fuori dal muro in quel momento.

#2016

Era molto alta, per essere cinese, forse il primo tra i tanti preconcetti che sarebbero venuti a cadere in quei giorni.
Entrò in camera seguita dagli uomini come fosse la padrona di casa, attirando subito la mia attenzione ma non quella degli altri presenti: un paio di larghi pantaloni di tela scura decorati e nient'altro addosso, un seno un po' più grande dell'altro, capezzoli larghi e rosa. 
Fu un peccato che la mia chitarra fosse ancora imbrattata di grasso e che non le si riuscisse a cavare una sola nota decente. Lo sguardo della donna restava comunque curioso, mentre s'inginocchiava sorridendo con labbra grandi e un po' piatte, le spalle al sole che filtrava dal balcone. 
Non meno strana fu la reazione degli uomini di casa, tutti commercianti nel campo tessile che, avvicinatisi in modo imbarazzante, più di tutto sembravano interessati all'ineludibile odore di cipolla che emanava dalla mia bocca.

20220719

#2015 (iQ #48 a, b)

Divano letto
figlio del Divino Letto
Accoglimi


Oh Sofa bad
son of a Sofa God
embrace me with your arms

#2014 (iQ #47)

Estate.
Il verso del corvo mangia
quello del passero.

#2013

Se il paradiso esiste davvero e accetta persone come voi, allora preferisco l'inferno.

#2012

Oggi potrei tranquillamente essere morto e non essermene ancora accorto.

#2011

L'essere s'impossessa di lui senza farsi domande, com'è ovvio che sia, è il copro di un essere umano e sarà perfetto per farsi trasportare, per nutrirlo e per passare poi al prossimo ospite. Ma quel che vediamo noi è totalmente diverso: un padre di famiglia, con i suoi problemi, i suoi conti in sospeso, atti da compiere, torti da correggere, una vita davanti, una casa a cui tornare, l'auto parcheggiata fuori da questo diner ben illuminato che è stato improvvisamente attaccato. Siamo scioccati: quello che abbiamo difronte è ancora il nostro amico, che fino a un momento fa stava cercando di capire cosa fosse quel rumore, che è uscito da quella porta e un attimo dopo è rientrato abitato, occupato. Sappiamo tutti cosa è accaduto. Ci fissa ora con occhi vuoti e impazziti, e noi ci guardiamo gli uni con gli altri chiedendoci cosa fare di lui, chi sarà tra noi il primo a decidere.

#2010

Jude Law siede al tavolo di un elegante club in compagnia di Colin Firth—o Hugh Grant—la macchina fotografica poggiata tra i cocktail e un taccuino. 
Quando entra la persona che stava aspettando, interpretata da una giovane attrice di cui non ricordo il nome, si alza e la raggiunge per stringerle la mano. 
"Un lavoro sulle magioni nobiliari inglesi?" chiede poi lei.
"Sì, ma lontano dagli stereotipi," le spiega lui. "C'è tutto un tema di manutenzione, tasse, eredità, lavoro sottopagato etc."
"Non sarà facile". Poi, uno sguardo a Colin Firth, che fa finta di non fissarla. "E il tuo capo è d'accordo?"
"Il mio capo? Lui? Ah, no, è solo il giornalista che scriverebbe il pezzo... E no, non sarà facile".

#2009

"Fate entrare Gesù nel vostro cuore", urlava il testimone in strada, la voce lacera, l'accento del sud.
"Sì", fu il mio unico commento, "fatelo entrare nel culo".

#2008

Lo rividi inaspettatamente in piazza, vestito di poveri abiti, la barba lunga di una settimana, i capelli quasi bianchi nonostante l'età relativamente giovane, accompagnato dalla sorella e dal cognato, suoi unici parenti ancora in vita.
Non sembrava riconoscermi, gli occhi ancora belli ma persi, né io feci nulla per farmi riconoscere.

#2007

Il problema di Los Angeles, venne poi fuori mentre aspettavo che le ombre si accorciassero verso il mezzogiorno per poter proseguire i miei giri al caldo, era che in quella maledetta città il sole girava al contrario, e più la mattina si ritirava più il buio si espandeva dai portici alle strade, fino a invadere ogni spazio vitale col colore della notte e del freddo.

#2006

Se l'aggiornamento del sistema consiste in una dannata schermata che si muove, allora puoi tenertelo.

#2005

Per un periodo aveva esercitato la sua militanza politica scegliendo di non fotografare più le persone ma solo l'architettura. In questo modo pensava di poter arginare se non evitare il culto della persona che si andava diffondendo nel paese. Ma il fascismo lo raggiunse anche lì, infiltrando e governando l'opera pubblica e neutralizzando anche quel suo ennesimo nascondiglio. 

#2004

E va bene, andiamo tutti a trovare Michele con indosso solo una maglietta e sotto nulla, le case di ringhiera offrono un accesso veloce e lineare a tutte le case, bsta bussare alla porta giusta.

#2003

Gli alieni non hanno l'aspetto che ci eravamo immaginati. In realtà non possiedono nemmeno un corpo propriamente detto: il modo in cui possiamo percepire la loro presenza pertiene comunque alla fisica ottica (e del resto la teoria scientifica assimila la materia alla luce).
Questi alieni, che hanno ovviamente deciso di invadere la terra e di farlo ovviamente in modo subdolo e strisciante (l'altro metodo essendo quello, sempre silenzioso, che prevede l'arrivo di enormi astronavi), sono fatti di semplice luce blu. Prediligono gli attacchi nei luoghi chiusi, da cui gli esseri umani fanno più fatica a scappare. Proprio ora ho visto l'abitacolo di un'auto parcheggiata qui fuori riempirsi velocemente di un vapore azzurrognolo sempre più denso. Dopo aver portato a termine il suo compito, la nuvola si è poi diretta all'interno della Gated Community attraversando indisturbata il grande cancello e percorrendo rapidamente il vialetto principale, guardando nelle case con le porte aperte, osservando con avidità la vita che ancora vi scorreva all'interno, forse ponderando con parametri specifici la scelta della prossima vittima, infine dirigendosi verso il piccolo patio illuminato in fondo alla stradina, dove le persone a cui tengo di più ricordano la parte più bella di una Sacra Famiglia.

20191101

#2002

I turisti, a orde, attraversano la grande stanza piena di tappeti e arazzi proprio mentre noi ci apprestavamo a fare l'amore.
Restammo lì sull'enorme letto di broccato, nudi, cercando di coprirci come potevamo, ma senza che nessuno facesse granché attenzione alla nostra presenza.
Forse pensavano fossimo una logica espressione di tutto quel fasto, dello stile per cui la nostra casa era così famosa? Ma chi diavolo li aveva fatti entrare a quell'ora?

#2001

Fuori dalla finestra del bagno succose, vitali farfalle colorate. Sul lavandino, invece, calabroni a pezzi, code di vermi, parti di altri insetti pallidi e viscidi.
Non c'è bisogno che ti spieghi cosa significa, giusto?

#2000

"Why are you not fighting for your country?" asked the soldier, pointing his gun to my head.
"Because I don't believe in war," I said, "but most of all because I don't believe in countries."
"You don't believe in your country?"
"To be born in one country or another is purely accidental. I could stand for this country or for the one you call your country, so I decided not to stand for any of them."
"..."
"I just want a peaceful life."
"So you're a coward," said him, looking at my wife.
"No I'm not, otherwise I would beg for my life."
"Beg for your life, then, and I'll spare your life."
"If you think I deserve to die there's nothing in this world that would change your mind."
He looked at my wife again. Then someone called him from outside. He looked at me again, winced, then vanished.


#1999

Mentre lui aveva paura del futuro, era dal passato che lei pensava sarebbero arrivati i veri pericoli.

#1998 (iQ #46 a, b, c)

Sveglio
per paura del botulino.
C'è luna piena.

Sveglio
per paura del botulino.
La luna è piena.

Svegliato
dal timore del botulino.
C'è luna piena.

#1997

C'è fermento, tra i lottatori turchi.
Giovani tra i 15 e i 25, perfettamente torniti, oleati, pelosi, baffuti cui la vita ha dato in sorte tutto, non da ultima la possibilità di decidere cosa fare della vita stessa.
Aspettano di risolversi per l'una o l'altra strada sulla soglia della palestra affacciata sulla riva del fiume, e quando tutti sono andati via due soli rimangono a discutere se sia più sensato restare con Nicola II, di stanza in città, o accogliere questo Napoleone come soccorritore, difensore, liberatore.
"La logica vorrebbe che tenessimo per Nicola," con accento locale, "è già qui e di danni ne ha ormai fatti tanti che a cacciarlo ne farebbe ancora di più".
"Ma il Bonaparte è forte assai," ribatte l'altro con cadenza di una zona vicina ma non confinante, "e se ci avesse come complici all'interno si chiuderebbe tutto in poco tempo."
"Il pugno da dietro," cita il primo.
"Una tattica infallibile," chiosa l'altro.

20191028

#1996

31 marzo
cambia l'ora
il limone è svestito
il pero è in fiore
il ribes pure.

Bruciamo calorie
camminando
e per il resto facendo
quel che sempre
facciamo.

Ma oggi abbiamo un test
di cui 
per una volta
sappiamo già con certezza
la risposta.

Tutto cambia oggi,
non solo l'ora.


#1995

Quel dolore aveva avuto quantomeno il merito di fargli sentire che possedeva effettivamente un piede: ne sentiva ora tutte le ossa, i tendini, perfino le vene, e fu costretto a rivalutare l'esistenza di quella parte del corpo così utile e così spesso sottovalutata.
Se i piedi stanno bene, dicevano, sta bene tutto il corpo.

#1994

Da quanto tempo non vedevo quelle reliquie del mio stesso passato?
Grazie a Danilo erano ora tutte ammassate ordinatamente nell'enorme portabagagli della vecchia Simca familiare bordeaux, anch'essa un pezzo di quella parte della mia vita che pensavo andata per sempre.
Diari pieni di foto, scenografie smontate, quadri tridimensionali.
"L'auto non va più," fu l'unico commento di Danilo. "Ma l'impianto elettrico funziona, e se ci monti un motore nuovo magari riesci anche a rimetterla in strada".
E a portarti via tutta questa merda, dissi tra me e me.

#1993

La vedova dell'architetto, che era ancora una bella donna, viveva al piano terra della casa progettata apposta per loro dal marito. La casa è ora un museo, ed è aspettando mia moglie che, grazie a o per colpa della mia irrefrenabile curiosità, ho conosciuto la vecchia signora: avvolte in una vestaglia di seta a fiori non sembrava in nessun modo sorpresa di ricevere la visita di uno sconosciuto, malgrado i cartelli avvisassero chiaramente che quell'area del palazzo era interdetta al pubblico.
La grande porta a vetri satinati e decorati che chiudeva l'area privata del palazzo dal resto del museo era aperta. All'interno dell'enorme sala senza muri erano accumulati i tesori nascosti della collezione, pezzi unici di design mai messi in commercio, progetti di riviste mai realizzate, variopinti zaini di tartan e cordura messi sotto una teca, e su una chaise longue di velluto grigio lei, la padrona di casa in persona, le lunghe gambe abbronzate ancora lisce come quelle di un'adolescente, il buio tra le cosce pericolosamente in agguato mentre, un ventaglio in una mano e un cocktail nell'altra, mi guardava in compiaciuto atto di sfida.
All'esterno, intanto, mia moglie era uscita dal bagno e vagava nell'atrio tra gli altri visitatori, cercandomi disperatamente.

20191018

#1992

Un cappello lo aspettava all'uscita. Era un fedora marrone, artigianale e di fattura antica ma praticamente nuovo, non sapeva di chi fosse ma restava sull'appendiabiti giorno dopo giorno senza che nessuno lo prendesse mentre andava via o che ne reclamasse il possesso. E dato che da lì a pochi giorni lui stesso sarebbe uscito da quella porta per l'ultima volta dopo dieci anni e un mese, e che quel cappello era un modello ideale da calcarsi sulla testa per andarsene da soli verso un nuovo orizzonte, decise infine di farlo suo.
Di qualsiasi maledizione del fedora, o dei posti vietati ai portatori di quel particolare taglio, ovviamente non sapeva ancora nulla.

#1991

Non sono fermo: mi sto solo muovendo contemporaneamente versi tutti e quattro i punti cardinali.

#1990

All'inizio il sapore del medicinale gli dava parecchio fastidio, era amaro e allappava, lasciando una patina bianchiccia e appiccicosa che necessitava di grandi flussi d'acqua per essere mandata via.
Ma ora che la cura era quasi finita ci aveva preso quasi gusto, e di tanto in tanto faceva qualche nuovo risciacquo per il puro gusto, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, giusto per sentire di nuovo quello strano e perturbante sapore.

#1989

Dormire su Keplero 16b è un'esperienza tutto sommato piacevole. Ora le stanze della stazione sono arredate in modo più confortevole, e nonostante i soliti suoni provenienti dall'esterno, e le pericolose presenze che riescono a intrufolarsi all'interno, si riesce a dormire quasi una notte intera. (Che poi vuol dire sei ore).

20190925

#1988

La leggenda dice che un Romano può attraversare le colonne della porta solo due volte nella vita.
E qual è il problema? Siamo mica romani noi, le dico.
 Così salgo sulla barca di marmo e, una botta qui, una spinta lì, oltrepasso le due colonne di marmo candido ed esco nella città nuova.
E pazienza se la guida turistica vuol convincermi che devo procedere sulla destra nonostante la strada sia in salita perché "più oltre inizia la discesa". E pazienza se p vero che anche questa città è piena di uomini in fedora e donne in boss of the praire che litigano e poi si riappacificano senza che le une sentano le parole degli altri. E pazienza se lei non vuol correre come si corre incontro al futuro nei film della Nouvelle Vague, e non capisca che se non vogliamo perdere il metrò dobbiamo catapultarci giù a destra per le scale a quell'angolo e su di nuovo per quella rampa. E pazienza se abbiamo perso la corsa per un pelo, ma fanculo, fanculo, fanculo!
Pazienza dunque anche per il povero senzatetto che si prende i miei calci di frustrazione, rabbia e risentimento.

20190922

#1987 (a R.C.)

"Your eyes don't shine/
like they used to shine/
And the thrill is gone/
When your lips meet mine/
I'm afraid the masquerade is over/
and so is love/
and so is love"

But, c'mon, he's talking about is mum, right?
I mean, he was just twelve, for Christ sake.

#1986

Al centro del garage il pubblico, e due grandi tavoli a mo' di palco sui lati corti.
Accanto ai tavoli il sound–system e, sopra, i gruppi di sfidanti, rigorosamente ma non obbligatoriamente abbigliati in stile retrò: farfallino o camicia senza colletto, coppola o bombetta, gilet o bretelle, pantaloni alla zuava o scarpe con le ghette.
Uniche regole: la strumentazione acustica, il ricorso alla melodia, e l'improvvisazione su un tema dato all'ultimo momento. Praticamente il rap ai tempi dello swing.

20190920

#1985 (a C.K.)

Non tra gli Iperborei —
dove qualcuno immagina tu abbia passato i vent'anni d'avventura
tra la guerra e il ritorno a casa —
non tra loro dovrai approdare,
ché già il mare conoscono e gloria non porteresti alcuna
a colui che col suo volere potente per quei vent'anni
all'isola tua t'impedì di volgere le vele.
E nemmeno tra i Vichinghi
che alla ricerca della sponda opposta
il largo Oceano già solcano da anni.
Non tra i Romani
che non sono più o non ancora da venire,
e che secondo alcuni arrivarono o arriveranno
dal mare e prima ancora dalle terre
che sventurate dal tuo stesso piede
calcate e schiacciate.
E nemmeno tra i Mori
che del Mediterraneo a mezzogiorno abitano,
perché quello stesso mare a loro spese
un giorno numerosi attraverseranno.

È al cuore dell'Europa che devi volgere la prua,
tra le pallide genti cha mai onda o flutto
o distesa d'acqua salata hanno visto o sentito,
e la cui mente può solo sognare,
desiderare, fingere, sperare, fantasticare
e, senza prova, credere.
Qui, in un paese diviso
più di quanto le sue distese non facciano immaginare,
qui, lasciato il legno,
a piedi o a cavallo o a dorso di mulo
devi finalmente giungere per poterti riposare.
E quando ti chiederanno da dove vieni,
o chi ti manda,
lasciali sognare ancora un po'
e portali in giro coi racconti dei tuoi pellegrinaggi.

Solo a sera dì i tuo nome e quello
di colui la cui forza sei venuto ad annunciare.
Se non to crederanno persevera,
se ti derideranno difenditi,
se ti accuseranno combattili,
e se ti colpiranno sorridi e loro mostra il remo
che fin da casa hai portato,
e chiedi che lo conficchino nel tumulo
che ti sarà da tomba
perché del tuo passaggio sia il segno
e la gente si chieda
"Cos'è?"
"Da dove arriva?"
"E a cosa serve?"
"Ma che cosa vuol dire?"
e leggende su di te raccontino negli anni a venire
finché il tuo mito
e di colui che ti ha mandato
non crescano a tal punto che nessuno possa più dubitare
della grandezza del mare.



#1984 (Wódka Szymborska #18)

Non "facciamo un bambino", 
ma piuttosto "facciamo un uomo" bisognerebbe dire,
facciamo un uomo, 
un ragazzo, un adolescente, un adulto, 
facciamo un uomo, 
un uomo adulto, di mezza età, di età avanzata, 
in là con gli anni, un anziano, un vecchio, 
facciamo un vecchio,
facciamo un uomo 
con tutti i suoi problemi,
un bambino coi suoi complessi
un ragazzo coi suoi difetti
un adolescente coi suoi sentimenti
un uomo coi suoi pensieri,
uno studente che non riesce a superare un esame,
un ragazzo che non riesce a trovare un lavoro,
un uomo che non riesce a trovare una donna,
una casa, un lavoro, una donna, una ragione di vita,
facciamo un uomo fatto, facciamolo fatto e finito,
quello che facciamo è in effetti un bambino infinito.

#1983

I leave the black
to the brooms and to the dead,
to the myths like Johnny Cash.

Being not one of them
I almost always wear in blue,
in a dark or pale tone.

#1982

Per quando sarà sceso dal letto
il treno sarà già sul binario.
Per quando mi sarò lavato
la carrozza sarà stata pulita.
Per quando avrò fatto colazione
i passeggeri saranno già a bordo.
Per quando sarò uscito di casa
il treno sarà già partito.
Ormai, ormai, 
posso prendermela con calma,
la giornata non è buttata,
di sicuro qualche cosa farò...

#1981

Zenzero e lacrime
La faccia triste dell'amore mio
La pancia suona la sua armonica
Che voglia di stringerti ho

#1980

Questa notte ho dato un passaggio sotto al mio ombrello a una modella; mi precedeva di qualche passo sotto una pioggia quasi invisibile, che sembrava non bagnare ma che invece appesantiva pian piano il cappotto.
Aveva dei pantaloni da pompiere, e una canotta bianca intrisa d'acqua, capelli biondi scompigliati dal tempo e occhi azzurri persi nella notte, come in un sogno.
Il suo ombrellino pieghevole era rotto, e così accettò volentieri il mio aiuto, almeno fino alla fermata del treno dove l'aspettava un'amica, altrettanto bella e altrettanto bagnata.
Dopo averla salutata con un pugno contro pugno molto urbano, ho preso le scale per la superficie, solo per trovarmi suoi binari dove un treno stava per giungere proprio in quel momento, e o rischiato di morire nel più stupido dei modi.

#1979

La tua bocca è un'arma che lascia disarmati: colpisce, carnosa e suadente, come qualcosa di profondamente umano che viene però da un altro mondo.
Spinge al bacio proibito, al morso doloroso, al desiderio carnale, ma senza perdere un grammo di eleganza durante le peccaminose proiezioni.
Nasconde segreti umidi, la forza del non detto, la provocazione del non verbale.
Un sorriso trattenuto, i denti baluginano veloci, la lingua guizza curiosa.
Un bacio, lungo, passionale, non per forza sulla bocca.
La tua bocca è il tuo colpo vincente, il punto di forza, lo sai, vero? Ma anche quello più debole, terreno infido per le tue battaglie. Continuamente in movimento allude, richiama, seduce, ma allo stesso tempo denota, rivela, confessa: nervosismo, instabilità, ansia. E in questo desiderio di piacere, insicurezza.
Non sta ferma un attimo, non sa qual è il suo posto e la sua posizione muta come l'espressione di una bambina, e allo stesso modo fugge, si schermisce, diventa irraggiungibile e, in ultima analisi, incomprensibile.
Sempre socchiusa, suggerisce anche ulteriori complicazioni: chi s'inumidisce spesso le labbra lo fa perché queste sono secche, chi tiene la bocca aperta lo fa perché respira male dal naso. C'è da supporre che tossirai nella quiete domestica, che russerai durante la notte, che avrai l'alito cattivo per il resto del tempo.
Non è dunque di un futuro assieme che parlano le tue labbra.

20190910

#1978

Qualcuno pensava che quel suo modo di portare i pantaloni del pigiama, alla zuava, il bordo inferiore arrotolato in quello superiore dei calzini, fosse uno dei tanti vezzi di cui si vestiva, ma c'era una ragione ben precisa: in questo modo faceva sì che il lungo indumento non gli finisse sotto le suole delle ciabatte pericolosamente inficiando, e anzi mortalmente annullando, il loro connaturato potere antiscivolo.

#1977

Non bisogna aver paura della frittura. Quantomeno non della sua preparazione: se fatta a dovere (cuocere poco alla volta, per breve tempo, in tanto olio di semi molto caldo) è decisamente meno invasiva di quel che si crede generalmente.

20190827

#1975/1976

Di musica classica sapeva e capiva molto poco, ma Mozart le risultava a tal punto noioso ed irritante che ogni qual volta s'imbatteva in un suo brano alla radio, anche se non l'aveva mai sentito prima lo riconosceva all'istante e, sbuffando infastidita, si vedeva costretta a cambiare canale.

Per un po' avevo sperato che prima o poi Mozart mi sarebbe piaciuto, per lo meno in quanto figura di riferimento per Beethoven. Ovviamente non conoscevo ancora Haydn.

#1974

Delle diverse forme di tortura inflitteci per evitare che facessimo ulteriori danni, pensavo che i continui tagli su nocche e ginocchia fossero la più dolorosa. Ma ora qualcosa mi fa pensare che non sia nulla a paragone di quel che potrebbe farmi il Nano: in questo momento è alle prese con uno dei gemelli giganti, e per l'energumeno — biondo, quasi cieco ma potenzialmente letale — la situazione s'è messa davvero molto male.

#1973

La casa di Mick Jagger è una specie di castello, con un ampio giardino a pian terreno, circondato da mura diroccate e chiuso da un alto cancello, su cui si affacciano le stanze del palazzo principale.
Dalla finestra della cucina riesco a vedere gli ospiti che si incamminano lentamente verso la piscina, dove Mick siede su una sdraio, e fin dove la mia curiosità riesce ad arrivare. Non a tutti è dato di arrivare così lontano, aver varcato il cancello del castello non vuol dire necessariamente che si sarà poi anche ammessi a vedere la luce di Jagger, e in un modo o nell'altro non sono nemmeno riuscito a scattare una foto, neanche un segno del mio passaggio in questo luogo magico a beneficio dei miei followers su Instagram.

#1972

Tra le varie cose che caddero dalla borsa della nonna c'era un rullino, facemmo appena in tempo a vederlo prima che si infilasse sotto al mobile del soggiorno, da dove nessuno sarebbe stato più in grado di tirarlo fuori.
E così gli ultimi ricordi della nonna sarebbero rimasi in quella casa, dove lei aveva vissuto le sue gioie e i suoi dolori.

#1971

Juri non è contento della mia soluzione, ma a mio avviso ora la posizione della doccia funziona molto meglio. E pazienza se adesso dall'esterno tutti vedono le ragazze mentre si lavano: lasciarsi guardare non è il loro lavoro, dopo tutto?
Me ne resto dietro la nuova tenda, simile a un teepee, per dimostrare la validità della mia posizione, e intanto ne approfitto per toccare il culo a una delle ragazze, che per altro ridono di gusto. Ma Juri non è convinto, non è convinto per niente, e prima di andar via mi guarda torvo come per dire questa partita è tua ma so dove vuoi arrivare e ti terrò gli occhi addosso.

20190810

#1970 (Wódka Szymborska #17)

Buonanotte.
È facile dire buonanotte. Vediamo quante volte dovrò alzarmi prima di poter chiamare questa notte una buona notte.
Anch'io spero di non dovermi alzare.
E invece...
Spegni la luce?
La lascio accesa ancora un po', per guardarti ancora un po'.
Per leggere un po'?
No, per guardarti ancora un po'.
Come sono fortunata. Ora proviamo a dormire?
Buonanotte.